Ci sono luoghi che custodiamo nel cuore.
Luoghi che hanno ospitato i nostri passi, il nostro andare, e hanno accolto chi eravamo, restando testimoni del cammino intrapreso, di ciò che siamo oggi e di come diventeremo domani.
Luoghi condivisi che solo calpestandoli hanno donato a noi tutti parte dell’immortalità insita nei gesti che compongono la corsa. Gesti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti e ognuno è libero di interpretarli come vuole.
E’ nel modo di muovere le braccia, nel sostegno del torace, nelle gambe forti e veloci che risiede l’amore per la corsa, per la fatica che comporta, per il sudore e la gioia a fine allenamento, a fine prestazione.
Campione del mondo, o atleta della domenica, non conta, nei gesti e nei luoghi della corsa non vi è diversità ma solo inclusione e connessione. Così, quando non ci saremo più, resterà nei luoghi e nei gesti universali l’impronta della nostra corsa, del coraggio delle scelte che reca con sé, dell’amore con cui l’abbiamo vissuta, della fratellanza inclusiva nella quale siamo stati accolti.
Per questo Kevin tu non sei morto.
Non per noi, non per chi ha compreso la crescita dei tuoi sacrifici in vista di traguardi più ambiziosi, fino alla maratona di Chicago, dell’Ottobre 2023, quando hai regalato all’atletica la chiusura della 42,195 in due ore e pochi secondi.
Sarai in tutte le maratone che si correranno da adesso in poi e nel cuore di chi correrà quest’anno alle Olimpiadi di Parigi la distanza dei 42,195: qualcuno che avrebbe voluto averti accanto come degno avversario di una sfida epica, in un rinnovato valore della corsa tutto africano.
La tua gioia sarà per sempre la nostra. La tua tenacia sarà la nostra motivazione, il tuo eroismo, atleta keniota, ci ricorderà per sempre il valore dello sport e l’incisività dei gesti semplici, dei movimenti naturali che rendono la corsa uno strumento universale di comunicazione, infinito.
Sarà l’immensità a custodirti e noi saremo certi, oggi come domani, di poterti trovare in tutti quei luoghi dove la corsa è regina, quando nelle gambe e nelle braccia avremo le tue stesse movenze.
Non c’è oscurità intorno a chi non è solo…e tu con noi non lo sarai mai, perché la corsa è una comunione di vite che, in fondo, non conosce alcun limite mortale.
A presto Kevin
Con amore,
Chiara.