Il Trail può avere tanti sinonimi, uno di questi è sicuramente “fatica”.
Una corsa su strada, lineare e in piano, può essere corsa a un ritmo qualsiasi, anche ad un ritmo “lento”,
che ci fa sentire quel giusto grado di fatica o poco più.
Ora, pensate di fare una passeggiata camminando semplicemente. Ad un certo punto, incontrate lungo il
cammino una bella salita ripida e lunga. A qualunque passo voi la facciate, inizierete a sentire il cuore
battere più velocemente, il respiro che si fa sempre più corto e veloce, la forza di gravità che spinge sulle
gambe, facendo sentire quel lieve bruciore nei muscoli.
In un Trail, queste sensazioni che avete immaginato sono da considerarsi come una parte integrante del
percorso. In termine da Trail, si chiamano “strappi in salita” quei pezzi dove è concentrato un elevato
dislivello. Cosa vuol dire? Un Trail di 10 Km con 500 D+ sarà affrontato in modo diverso se quei 500 metri di
dislivello complessivo sono concentrati soltanto in due punti, rispetto a un Trail dove sono ben distribuiti
lungo tutto il percorso con una serie di sali e scendi. Nel primo caso, le due salite saranno sicuramente
lunghe e molto ripide, impossibili da correre. Nel secondo caso, le salite saranno più morbide e quindi si
potrà pensare di farle anche correndo.
Per questo, nelle gare, viene fornita “l’altimetria”, ovvero un grafico del percorso che mostra tutte le
pendenze, proprio per far capire come poter e dover affrontare quella corsa.
Veniamo alla questione importante. Come si affrontano le salite?
In primis, le salite vanno fatte camminando! Ci sono tante e tante salite in un percorso. Se proprio avete
grinta e sprint, alternate qualche passo correndo quasi sul posto alla camminata. Perché non c’è cosa
peggiore che affaticarsi le gambe ai primi km e poi avere i rimorsi. Una volta che le gambe sono affaticate,
non si recuperano e le salite in un Trail sono sempre infinite! Probabilmente soltanto i top trail non si
fermano mai a camminare. Ma noi non aspiriamo a salire sul podio, ma solo a viverci un Trail in
spensieratezza.
Nelle salite più impegnative, una tecnica molto usata è quella di mettere le mani dietro la schiena (altezza
osso sacro), con i palmi uno sopra all’altro. Questa posizione porta il busto leggermente più piegato in
avanti e la gabbia toracica si apre maggiormente, facendo incanalare più aria nei polmoni.
Nelle salite molto ripide, invece, si consiglia di portare le mani sulle ginocchia, senza premere su di esse, ma
questo movimento aiuterà le gambe a fare un passo dietro l’altro.
E se fosse necessario, ricordatevi di diventare parte integrante della natura e di sfruttare ciò che avete
intorno! Spesso si fa leva sui tronchi degli alberi intorno a noi oppure si può prendere un ramoscello a terra
e usarlo come bastone per darsi una spinta in più e alleggerire la schiena e i polpacci per qualche metro,
per poi abbandonarlo nuovamente nella natura stessa, salutandolo come un amico che ti ha dato uno
sprint per qualche passo.
E allora perché non portarsi dei bastoncini? L’uso dei bastoncini non è così semplice come si può pensare!
Bisogna “allenarsi” ad usarli e bisogna fare molta attenzione a come vengono tenuti quando non si
utilizzano. Ferire qualcuno intorno a noi o cadere malamente su di essi, può comportare situazioni
spiacevoli (ma non preoccupatevi, sui bastoncini faremo un articolo ad hoc!)
Il bello del Trail è che non sai quello che ti puoi aspettare. E’ una corsa che va fatta quasi “con strategia” :
mai dare il 100% nei tratti in piano, perché è sicuramente certoche dopo pochi metri ci sarà una bella salita
spacca-gambe ad aspettarti! E a quel punto, l’unica cosa che rimane da fare è sperare di vedere un disco
volante che ci rapisce all’improvviso e ci evita altre mille salite!
Pillole anzi “sassolini” di un Trail – Le salite
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