Home Psicologo OBIETTIVI: CHI BEN COMICIA E’ A META’ DELL’OPERA

OBIETTIVI: CHI BEN COMICIA E’ A META’ DELL’OPERA

di Gino Daniele

“Cominciate con ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi accorgerete di fare l’impossibile”

San Francesco D’Assisi

In ogni settore della vita la definizione degli obiettivi rappresenta il primo capitolo di ogni realizzazione. Infatti questa fase definisce il come, il quando e il ritmo a tutto Ciò che verrà dopo. Per questo motivo tante ricerche di psicologia dello sport sono state finalizzate a individuare le migliori strategie per stabilire la funzionalità gli obiettivi.

Prefiggersi mete nella vita quotidiana come nell’allenamento è fondamentale, ma siamo sicuri che saranno mete strutturate e pensate in maniera efficace ed organizzata e non obiettivi vaghi, discordanti, non stimolanti e indirizzati male oppure troppo ambiziosi e quindi irraggiungibili? Siamo sicuri che non siano solo dei sogni che difficilmente riusciremo a realizzare e che aumenteranno la nostra ansia nei confronti del futuro e che, una volta disattesi, non rimarremo delusi e frustrati a tutto discapito della nostra autostima?

Pertanto quando si scelgono gli obiettivi è fondamentale che vengano definiti in modo utile senza lasciare spazio a fantasie, dubbi e incertezze.

Per facilitare la nostra scelta possono venire in nostro aiuto una serie di regole che negli ambienti del caoching sportivo chiamano S.M.A.R.T acronimo che indica i punti essenziali che devono avere gli obiettivi per essere effettivamente concreti e motivanti

SPECIFIC (specifico): obiettivi generici come “Quest’anno devo correre di più e meglio di l’anno scorso” non danno grosse istruzioni. Invece un obiettivo specifico, come ad esempio devo “migliorare il mio tempo sui 20Km“, indica con maggiore chiarezza cosa c’è da fare. Gli obiettivi devono quindi guidare l’atleta a compiere azioni specifiche in modo da permettergli di esercitarsi con uno scopo preciso.

MEASURABLE (misurabile): se il mio obiettivo ha dei parametri osservabili e misurabili potrò prendere coscienza dei progressi che faccio e degli effetti delle mie azioni. Questa consapevolezza è qualcosa di fondamentale: aumenta la fiducia in se stessi e permette di auto-correggersi. Quindi un obiettivo come “Voglio migliorare il mio tempo in una gara di 20Km di 1 minuto” oppure “Voglio correre la maratona in 3,5 ore” consentirà di avere dei feedback indispensabili per migliorare.

ACHIEVABLE (raggiungibile): per mettere in gioco le nostre forze è bene scegliere obiettivi ambiziosi. Tuttavia è anche importante che questi obiettivi siano alla nostra portata, cioè che siano effettivamente raggiungibili (non devono essere sogni impossibili). Infatti una meta che appare difficile stimola il nostro impegno ma l’idea che sia raggiungibile aumenta la motivazione (perchè crea una vera aspettativa di successo). In sintesi si può dire che diamo il meglio di noi quando sentiamo di avere il 50% delle possibilità di farcela.

RELEVANT (rilevante): un obiettivo per essere tale deve rivestire un’importanza maggiore rispetto ad altre cose, perchè altrimenti il rischio è col tempo si perda la giusta motivazione nel perseguirlo. La domanda principale è quindi: perchè vuoi raggiungere quest’obiettivo? Quindi sarà necessario avere solide argomentazioni che possono spingere ad ottenere l’obiettivo prefissato. Inoltre sarà importante formulare un obiettivo in termini positivi, in altre parole è meglio dire “Prima della gare devo essere più rilassato” al posto di dire “Non devo essere ansioso“. Il nostro corpo e la nostra mente si attivano in modo ottimale quando partiamo con l’idea di realizzare il successo, anziché evitare il fallimento.

TIME- BASED (temporale): in una valida programmazione un “macro-obiettivo” va suddiviso in “micro-obiettivi” scadenzati a breve, medio e lungo termine. E’ bene procedere secondo la “tecnica del gambero“, cioè partire con la definizione dell’obiettivo principale (ad esempio stabilire un personal best) e da lì identificare la sequenza degli step necessari per raggiungerlo. L’obiettivo principale quindi apparire come una scalinata con l’obiettivo principale in cima e una serie di obiettivi più piccoli via via che si scende, fino ad arrivare alla situazione presente. Questi piccoli sforzi concatenati daranno il ritmo all’azione e ci aiuteranno a essere mentalmente presenti perchè dopo aver completato uno step, sapremo esattamente cosa fare dopo. 

Semplice, no?

Ma purtroppo nonostante tutte le buone intenzioni le ciambelle non riescono sempre con il buco ed anche per noi non sempre le cose procedono secondo le aspettative. Bisogna essere sempre consapevoli che anche quando partiamo con le migliori intenzioni e ci impegniamo al massimo possono intervenire imprevisti, o “Variabili Indipendenti”, che complicheranno notevolmente le cose. Il sopraggiungere di problemi di salute, un cambiamento delle condizioni socio-familiari, un imprevisto lavorativo o più semplicemente un infortunio tecnico potrebbero creare seri impedimenti o addirittura provocare rese incondizionate. In questi casi bisogna non perdersi d’animo e avere il coraggio di modificare e di rimodulare gli obiettivi in vista delle mutate condizioni.

                                                                           Gino Daniele- Psicologo e Runner

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